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martedì 30 gennaio 2024

Il ruolo delle donne nella congregazione cristiana.

Febe di Cencrea

  È pacifico che nelle Sacre Scritture la   congregazione cristiana è affidata a livello   pastorale e di insegnamento agli uomini. Ogni   cosa nell'ordine stabilito da Dio è partita   dall'uomo, e il principio dell'autorità è qualcosa   che non si può discutere. Geova ha e ha stabilito   delle 'gerarchie' che servono a dare ordine alla   sua organizzazione, sfruttando le qualità proprie generali degli uomini e delle donne. Detto questo però appare evidente da uno studio approfondito delle Scritture che su alcuni aspetti ci sono delle interpretazioni forse azzardate o prese di posizione che non trovano un fondamento solido, come nel caso degli incarichi.


Fra i TDG le donne hanno un ruolo nella proclamazione della buona notizia e praticamente termina qui il loro compito nella congregazione. Ma esaminando le Scritture leggiamo qualcosa di particolare che ci fa riflettere.

Romani 16:1
"Vi presento Febe, nostra sorella e ministro(diàkonos) della congregazione di Cèncrea."

Qui leggiamo di una sorella, unta, che è denominata ministro.
Il termine greco per ministro qui utilizzato è diàkonos.
Il verbo affine diakonèo viene usato in riferimento a donne che servivano Gesù e i discepoli.

Nelle pubblicazioni TdG leggiamo:
A volte diàkonos viene usato per indicare un incarico ufficiale — quello dei “servitori di ministero” nominati all’interno della congregazione cristiana.

Quando menziona i requisiti dei “servitori di ministero”, la Bibbia non lascia intendere che a ricevere questa nomina possano essere delle donne. Anzi, dice che i “servitori di ministero” devono essere “mariti di una sola moglie” (1Tm 3:8-13). Pertanto, qui in Ro 16:1 molti traduttori intendono il termine nel suo significato più ampio, e lo rendono ad esempio con espressioni come “che è al servizio”, “che serve”, “che aiuta”.

Vi presento o “vi raccomando”. A quanto pare Paolo presenta Febe ai cristiani di Roma per invitarli ad accoglierla e ad avere per lei il suo stesso riguardo (Ro 16:2). Il verbo greco che ricorre qui è affine al termine usato da Paolo in 2Co 3:1 nell’espressione “lettere di raccomandazione”. Nei tempi biblici era comune usare queste lettere per presentare una persona a chi non la conosceva. Forse fu proprio Febe, che serviva come ministro nella congregazione di Cencrea, a portare ai cristiani di Roma la lettera di Paolo.

Riuscite a immaginare Febe che presiede una cerimonia religiosa nella congregazione di Cencrea? In realtà, che tipo di ministero svolgeva Febe? Parlando di alcune donne, nella sua lettera ai Filippesi Paolo scrisse: “Hanno lottato con me per la diffusione del messaggio del vangelo”.
Come lettura potrebbe essere corretta come anche potrebbero esserci delle altre letture.


Febe la diàkonos


Traduzione di diàkonos, sostantivo greco spesso reso “ministro” o “servitore”. “Servitore di ministero” designa chi presta servizio nella congregazione quale assistente del corpo degli anziani. Per essere idoneo per tale incarico di servizio deve soddisfare i requisiti biblici.

1 Timoteo 3:1-7 riporta i requisiti del sorvegliante o anziano (episkopos).
Da vv. 8-10, riporta i requisiti del servitore di ministero (diakonos).
Notate bene la frase introduttiva del versetto 8:
''allo stesso modo''.
Nel v.11, si ripete la frase introduttiva (alla stregua di una continuazione dei requisiti) e si parla delle donne:
"le donne devono essere serie, non calunniatrici, moderate, fedeli in ogni cosa".

Questi requisiti specifici per le donne sono all'interno del discorso sui requisiti per gli uomini che continuano al versetto successivo, il 12:
" I servitori di ministero siano mariti di una sola moglie e dirigano in maniera eccellente i figli e la propria casa".

Secondo una pubblicazione TdG, i Compiti dei servitori di ministero
'Svolgono compiti importanti, anche se spesso abitudinari, di natura manuale o organizzativa. Questo permette agli anziani di concentrarsi sull’insegnamento e sull’opera pastorale.'
(Op. Chi sta facendo la volontà di Geova oggi? jl Lez.16).

È lampante una sostanziale diversità fra il ruolo pastorale affidato agli anziani e il ruolo di supporto affidato ai servitori di ministero.
Questo è quindi in armonia con il fatto che il diakonos non dovrebbe avere compiti di insegnamento e quindi sarebbe un incarico che potrebbero assolvere anche le donne non andando a contrastare il principio dell'autorità.
Il fatto che all'interno dei requisiti per i diakonos ci sia una 'sezione' o specifica per le donne, preceduta dalla frase "allo stesso modo'' , che riprende la stessa frase dei versetti precedenti per gli uomini come ruolo secondario rispetto all episkopos, potrebbe indicare palesemente che anche alle donne era riservato l'incarico di essere diakonos?


Esaminiamo brevemente alcuni Privilegi 
nella congregazione cristiana.


Fra coloro che hanno da Dio la chiamata celeste (Eb 3:1) per essere coeredi insieme a Gesù Cristo, non c’è in senso spirituale alcuna distinzione fra uomini e donne.
Galati 3:28
"non c’è né maschio né femmina".
Le donne Erano fra coloro che ricevettero i doni dello spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V.,

Nella congregazione cristiana le donne non avevano un ruolo nell'insegnamento che era riservato agli uomini, ma potevano profetizzare o pregare con un copricapo che era segno di autorità e rispetto per l'uomo nelle attività che svolgeva.
Miriam, Debora, Ulda, la moglie di Isaia, Noadia, Anna, le 4 figlie di Filippo, ebbero l'incarico di profetessa e/o giudice.
Sempre rimanendo sotto il principio dell'autorità.

Oltre a ciò, le donne d'età avanzata vengono incoraggiate ad essere maestre di ciò che è bene in Tito cap.2, come aiuto alle giovani.
Incarichi di predicazione sono pacificamente affidati alle donne al pari dell'uomo.

Tutte queste citazioni e riflessioni portano ad un punto :
Le donne hanno ricevuto molti incarichi da parte di Geova e Gesù Cristo.
Il principio dell'autorità viene rispettato anche se la donna riceve l'incarico di diakonos, in quanto può e forse deve (se interpretiamo correttamente il pensiero di Dio fra le righe) essere di supporto agli anziani come servitrice di ministero negli aspetti che possono concernere le donne nella congregazione, cose che a volte magari non sono appropriate da gestire per soli uomini.

Qual è quindi il veto perché le donne siano diakonos?

Un ruolo specifico nella congregazione a supporto degli anziani, che non riguardi l'insegnamento pubblico, ma che serva di aiuto nelle questioni che non possono gestire uomini o perlomeno che non è appropriato gestiscano da soli, come per esempio fare delle visite pastorali a sorelle, discussioni di argomenti intimi e riservati, questioni familiari che sono nelle corde femminili e che possono essere comprese meglio dalle donne stesse rispetto agli uomini.

Se le donne possono essere state e sono, profetesse, sante, discepole e apostole, perché non possono essere diakonos?

Se ci sono altre ricerche che possiamo aggiungere a sostegno o a contrasto di questa ricerca sono ben accette per arrivare ad avere una comprensione migliore e più attinente alle Scritture riguardo all'argomento


Fineas




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29 commenti:

  1. Bene, interessante, le donne potrebbero svolgere il ruolo di giudici vedi Debora in israele, cura pastorale, svolgere alcune parti e discorsi alle adunanze , re e sacerdoti in cielo , per quanto riguarda il copricapo non è necessario secondo la Bibbia dato che portano i capelli lunghi. Non dimentichiamo che Gesù risorto apparve prima alle donne e furono loro ad annunciare agli apostoli il fatto, questo era un insegnamento o un annuncio importantissimo.

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  2. @Giosia,
    Attento non sbagliare. L'insegnamento nella congregazione è stato riservato agli uomini, lo dice la Bibbia. I diakonos non avrebbero compiti di insegnamento secondo le Scritture che invece è riservato al episkopos.
    E l copricapo è un istituto scritturale, priori per le donne, non ci sarebbe stato necessità di scriverlo altrimenti perché di norma tutte le donne hanno i capelli....

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    1. 1 CORINTI 11:14-16 mostra che i capelli lunghi sono già un copricapo. Inoltre se conosci la storia dei Nazirei nella Bibbia dovresti sapere che portavano i capelli lunghi come le donne in segno di lode a Dio, ma era sempre un simbolo non un imposizione che dovremo rispettare oggi infatti i pionieri regolari o chi fa un voto oggi non porta i capelli lunghi, o sbaglio ?

      Inoltre Debora era un Giudice in Israele, giudicava tutto il popolo ed insegnava al re , dava ordini da Geova come profetessa Basti leggere Giudici capitolo 4 dal versetto 4 al capitolo 5:31 e notiamo che Debora operava in Israele con molti compiti tra cui insegnamento, giudicava, profetizzava e tutto il popolo andava a chiedere consiglio da lei (una donna).

      Ricorda la Bibbia è per nostra istruzione, abbiamo già i precedenti per liberare le donne da uno stato di inattività nella congregazione

      14 Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, 15 mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. 16 Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.

      Inoltre il contesto mostra che era solo una disposizione o una tradizione che Paolo cresciuto ebreo voleva emendare, ma non era un obbligo per tutti i cristiani specialmente oggi nel ventunesimo secolo. Anzi Paolo dice bastano i capelli lunghi alla donna e l'uomo non dovrebbe portarli lunghi o molto lunghi. Ma ripeto era un idea di Paolo solo in questo luogo se ne parla ed erano ancora molto influenzati dalla legge mosaica

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    2. Discutere su ciò che è scritto mi lascia abbastanza perplesso. Vogliamo creare nuove regole? O vogliamo attenerci alla scrittura?

      1 Corinti 11: "5 ma ogni donna che prega o profetizza con il capo scoperto disonora il suo capo, perché è esattamente come se fosse rasata.6Se dunque una donna non si copre il capo, si tagli i capelli; ma se per una donna è vergognoso tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.7L’uomo non deve coprirsi il capo, visto che è immagine e gloria di Dio, ma la donna è gloria dell’uomo.... 10 Perciò la donna deve avere sul capo un segno di autorità, a motivo degli angeli."

      Questo segno è il copricapo. È scritto.
      Coprire il capo non rasato quindi ci capelli sotto.
      I capelli sono come da velo nella normalità dei casi, nella vita di ogni giorno.
      Il principio del copricapo si istituisce per l'insegnamento.

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    3. Fineas hai letto solo la prima parte dei versetti se prosegui al verso 15 Paolo stesso dice che per le donne i capelli lunghi sono già un copricapo e gli uomini hanno corti , quindi la donna secondo Paolo si distingue già dall'uomo avendo capelli lunghi. Versetto 15 " ...15 mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo."

      Quindi Paolo dice che i capelli lunghi sono il velo

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    4. Abbi pazienza Giosia, non fare come coloro che aborriamo.
      Innanzitutto per ogni versetto e concetto devi sempre vedere il contesto, il suo insieme e il concetto espresso oltre che al motivo e le situazioni nel quale è stato scritto.
      Se estrapoli un concetto puoi fargli dire quello che vuoi.
      I capelli sono il velo certo.a qui Paolo si riferisce alla situazione generale fra uomo e donna. Per questo non è necessario un copricapo in famiglia, coi figli e nella predicazione quando il principio dell'autorità è rispettato.

      Ma nella congregazione o in caso di insegnamento il copricapo è richiesto, è un istituto divino ed è ben spiegato.

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    5. Fineas questa ovviamente è una tua interpretazione ma non è vangelo.Ci sono molte ricerche profonde sul testo che portano alla conclusione opposta alla tua io ,sinceramente , lascerei alle sorelle la decisione in base alla loro coscenza anzichè stabilire questa regola rigida sul copricapo in congregazione o studi biblici. Sarebbe molto saggio

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    6. Giosia ma come fai a dire che è un interpretazione?
      C'è un contesto, c'è un motivo, c'è un comando.
      Non c'è nulla da interpretare.
      E le numerose ricerche possono essere solo speculazioni.
      Col tuo ragionamento allora lasciamo agli uomini la decisione se mettere una gonna, la Bibbia parla di verdure convenevole. Chi lo dice che non li sia per un uomo?
      Dai facciamo i seri.
      Non sono né io né tu qui.
      C'è un contesto e le Scritture.
      La divisione in capitolo e versetti è stata fatta a posteriori per una consultazione più semplice. Quindi leggi tutto.
      Il copricapo è un istituto per l'insegnamento che nulla c'entra coi capelli che pure sono velo (lo spiega nei versi citati da te) ma come condizione generale e non specifica dell'insegnamento.

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    7. Fineas caro, la tua interpretazione è quella classica anche il Papa cattolico esige che una donna lo visiti con il velo , come anche altre religioni cristiane. Però andando più a fondo alcuni studiosi biblici hanno sollevato delle importanti questioni , non c'è nulla di male ad approfondire, ad esempio qui : https://www.biblistica.it/?page_id=3638

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    8. Lo studioso di Biblistica dice nel suo argomentare interessante :"Anzi, a ben vedere, più che un paragone si tratta di una sostituzione. I capelli lunghi femminili non sono paragonati a un velo o copricapo ma, dice Paolo, lo sostituiscono. Per essere precisi, la preposizione antì (ἀντὶ) indica qualcosa di opposto: “per, invece di, in luogo di [qualcosa]”. Se poi vogliamo spingerci oltre, stando a questa dichiarazione di Paolo il velo dovrebbe essere del tutto vietato alle donne durante il culto. Ma si tratta davvero poi di spingerci oltre? Si rileggano le parole di Paolo:

      “Non vi insegna la natura stessa che se l’uomo ha i capelli lunghi, è un disonore per lui, ma se la donna ha i capelli lunghi, è per lei una gloria? Perché i capelli le sono dati in luogo di copricapo”. – Vv. 14,15, TNM.

      Non solo,poi aggiunge :
      "
      Questa dichiarazione paolina segna la conclusione di tutta la sua argomentazione al riguardo, perché si trova alla fine. Dopo aver ragionato dettagliatamente sulla questione, Paolo si richiama alla natura che in sé insegna che l’uomo deve portare i capelli corti e la donna deve portarli lunghi. Dopo tale conclusione, Paolo taglia corto e non ammette discussioni: “Se qualcuno sembra disputare per qualche altra usanza, noi non ne abbiamo nessun’altra, né l’hanno le congregazioni di Dio”. – V. 16, TNM.

      Il fatto che Paolo si richiama all’usanza delle comunità opponendola a “qualche altra usanza”, dovrebbe incuriosirci per indagare gli usi e costumi del tempo. Si noti però, prima, che tale usanza delle congregazioni o chiese di Dio non è riferita al velo ma alla capigliatura. Paolo ha infatti appena detto che “la natura stessa ci insegna che non sta bene che gli uomini portino i capelli lunghi, mentre invece una donna può essere fiera quando ha una lunga capigliatura perché le serve da velo”, ed è a questo punto che conclude tagliando corto: “Se qualcuno poi vuole ancora discutere su quest’argomento, sappia che … . – Vv. 14-16, TILC.

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    9. Giosia, tu logicamente puoi accettare ogni spiegazione che preferisci. Ma se dobbiamo parlare di cose reali, alla dobbiamo leggere e cercate di capire i concetti.
      Abbi pazienza, non si tratta di interpretare i cercare di intuire, e non ci sono diktat perché finisce il periodo e quindi stop.
      C'è un concetto ed è ben espresso da Paolo.
      Il velo è una cosa e il copricapo è un'altra. Innanzitutto.

      1Corinti 11:3-16
      Paolo inizia dal concetto del principio dell'autorità. V.3. E in base a ciò esprime il resto degli enunciati.
      Prima dice che l'uomo col copricapo fa disonore a Cristo SE PREGA O PROFETIZZA v.4 , non in altre attività (io per esempio uso sempre il cappello).
      Mentre la donna senza copricapo disonora l'uomo, sempre SE PREGA O PROFETIZZA. V.5
      Questo SEGNO sul capo, il copricapo, è un segno per gli angeli. V.10
      Dal v.14 parla della natura che insegna, quindi parla in generale, non più nello specifico del pregare o profetizzare di cui ha già parlato prima.

      Quindi nella totalità dei casi, eccetto che durante attività di insegnamento o preghiera, i capelli lunghi bastano a fare da velo, cioè come segno per l'autorità.

      Nel.v.14 abbiamo quindi la conferma che nella congregazione c'è questa usanza, cioè copricapo e tutto il resto è polemica.

      Non devo né intuire, né interpretare e né cercare spiegazioni da parte di chi specula (forse per motivazioni di genere o parità) ma la Bibbia ci offre la visione di Dio sulla questione.
      Poi a chi vuole accettarla e seguirla bene,.chi no renderà conto a Dio stesso di questo rinnegare il.principio.

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    10. Giosia grazie per le info che hai postato, concordo anche io leggendo meglio il brano che Paolo era contro l'uso del velo. Mi pare di una logica disarmante.

      Mi viene in mente l'errore fatto dai cattolici quando Gesù disse a Pietro ...questa è la pietra angolare e su questa pietra edificherò la mia chiesa/ congregazione.

      Occorre leggere il contesto ed altri versi per capire che Gesù si riferiva a se stesso e non a Pietro.

      In modo simile il velo imposto alle donne non risulta in alcun passo biblico oltre al passo sopra citato ed è Paolo stesso a dare la spiegazione dicendo : i capelli lunghi servono da velo.

      Quindi imponendo un velo ulteriore oltre ai capelli lunghi potrebbe essere considerato un andare oltre ciò che è scritto

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    11. Si basa questa dottrina su 1Cor 11,1-16 : 1 «Imitate me, come anch'io imito Cristo.   2 Ora vi lodo, fratelli, perché vi ricordate di me in ogni cosa e osservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse.   3 Voglio però che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l'uomo e il capo di Cristo è Dio.  4 Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, disonora il proprio capo  . La donna che prega o profetizza con il capo scoperto disonora il suo capo, perché questo è lo stesso che se il suo capo fosse rasato.  6 Infatti, se una donna non è coperta, si faccia anche radere. Ma se è una vergogna per una donna per essere rasata o rasata, sia coperta.  7 Infatti l'uomo non deve coprirsi il capo, poiché è immagine e gloria di Dio; ma la donna è gloria dell'uomo.  8 Poiché l'uomo non deriva dalla donna, ma donna dall'uomo.9  Né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 
      10Per questo motivo la donna deve avere sul capo un simbolo di autorità, a causa degli angeli. 
      11 Tuttavia, né l'uomo è indipendente dalla donna, né la donna è indipendente dall'uomo, nel Signore. 
      12 Poiché, come la donna è venuta dall'uomo, così anche l'uomo viene attraverso la donna; ma tutte le cose vengono da Dio. 
      13 Giudicate tra di voi. È giusto che una donna preghi Dio con il capo scoperto? 
      14 Non vi insegna forse la natura stessa che se un uomo porta i capelli lunghi, è per lui un disonore? 
      15 Ma se una donna ha i capelli lunghi, è una gloria per lei; poiché i suoi capelli le sono dati per una copertura. 
      16 Ma se qualcuno sembra essere litigioso, non abbiamo tale consuetudine, né l'hanno le chiese di Dio. La scrittura, insegna ciò che la Parola di Dio dice effettivamente in confronto alla dottrina. La nota del versetto 5 dice anche altro se leggete attentamente. Ma ogni donna che PREGA o PROFETIZZA con il capo scoperto disonora  il suo capo , perché è come se fosse rasata".  Là si dice che se una donna prega o profetizza scoperta, disonora la "SUA TESTA". Ciò significa che non deve mostrare sottomissione a TUTTI gli uomini, ma solo al suo capo personale, che è suo marito. Ciò è confermato in Efesini 5:22 , 23 , 24 : "Mogli, sottomettetevi  ai vostri mariti , come al Signore. 23 Poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa; ed Egli è Salvatore del corpo. 24 Come dunque la chiesa è sottomessa a Cristo, così le mogli lo siano   in ogni cosa verso i propri mariti ». Pertanto, il "capo" di ogni donna, non sono TUTTI gli uomini battezzati in generale, ma solo il proprio marito (battezzato o meno), qualora sia sposata. Si noti inoltre che la PREGHIERA e la PROFEZIA che una donna può fare nel versetto 5 sono pubbliche.  Ciò CONTRADDICE la dottrina che proibisce alle donne di dire preghiere pubbliche o insegnare pubblicamente nelle Sale del Regno.  (dottrina WT che però viene ipocritamente violata quando le donne predichiamo porta a porta.)  Sembra che alle donne scoperte sia consentito prendere l’iniziativa insegnando pubblicamente quando sono fuori dalle Sale del Regno (anche in presenza di uomini battezzati), ma non all’interno delle Sale del Regno. La Bibbia non fa questa distinzione tra edifici interni ed esterni. I versetti 15 e 16 vanno bene insieme... Questa nostra dottrina , come appunto già scritto da diversi di noi e Giosia ,ignora il versetto 15, il quale indica che questo "copricapo" sono i capelli naturali che una donna possiede sulla testa.  Il versetto 16 mostra che questo argomento non dovrebbe sollevare "contese". Paolo chiarisce che se qualcuno ha qualche problema con questa dimostrazione di soggezione in quanto già curata dalla natura stessa che le vere chiese di Dio non hanno tale abitudine di richiedere di più. 
      Questo disse, per contrastare le eccessive richieste della legge ebraica... che richiedeva ad una donna di coprirsi la testa in eccesso rispetto ai suoi capelli. Vediamo che i "testimoni di Geova" non stanno facendo meglio degli ebrei, nell'andare oltre ciò che è scritto ( Atti 15:28 , 29 ; 1Cor.4:6 ; Matt.23:4 ; Isa.28:10 ).

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    12.    Il susseguirsi della creazione divina, è tutto un crescendo. Dalla vegetazione si passa agli animali per giungere infine all’essere umano. L’ULTIMA creazione (come in tutte le creazioni) di Dio è il suo capolavoro: la Donna.
         Oggi, nella condizione attuale dell’umanità, la posizione della donna è molto offuscata. Lo è da millenni, sin da subito dopo la caduta di Adamo ed Eva.
         Nel primo secolo della nostra èra, dei farisei si avvicinarono a Gesù“per metterlo alla prova, dicendo: ‘È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?’”. “Egli rispose loro: ‘Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi’” (Mt 19:4-6). Gesù richiama qui Gn 2:24: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne”. Quei maschilisti farisei replicarono: “Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?” (Mt 19:7). Qui i farisei si riferiscono a Dt 24:1 in cui si legge. “Quando un uomo sposa una donna che poi non vuole più, perché ha scoperto qualcosa di indecente a suo riguardo, le scriva un atto di ripudio, glielo metta in mano e la mandi via”. Come conciliare le parole di Gesù(“Quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi”) con la prescrizione mosaica? Lo spiega lo stesso Gesù : “Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli” (Mt 19:8). Non va dimenticato che al tempo di Mosè la società era quella che era, come del resto lo è oggi. L’umanità, allora come oggi, non è composta da persone che seguono il bene: “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1Gv 5:19). Con la norma mosaica erano tutelati in un certo modo i diritti e gli interessi della MOGLIE. La norma regolava quella che era una pratica non giusta. I motivi per cui era concesso il divorzio dovevano riguardare in origine questioni gravi. Di certo, comunque, non si trattava di adulterio, perché la Legge decretava la pena di morte per gli adulteri (Dt 22:22-24), non semplicemente in divorzio. Della possibilità di divorziare, in seguito si abusò. Al tempo di Malachia si divorziava per un nonnulla solo per sbarazzarsi semplicemente della moglie, con il permesso di sacerdoti permissivi (Mal 2:10-16). Al tempo di GESÙ si era ormai giunti a divorziare per futili motivi, tanto che i farisei domandano a Gesù se “è lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi”. – Mt 19:3.
         Gesù si rifà al disegno divino originale: “Non avete letto che il Creatore, da principio . . .” (Mt 19:4). “L’Eterno, il Dio d’Israele, dice che egli odia il divorzio”. – Mal 2:16.
         Ecco, dunque, il disegno divino originale per la donna.
         Riferendosi al primo uomo, Dio dice: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui” (Gn 2:18, ND), dichiarazione molto importante, per cui meglio controllare diverse traduzioni e non mi accontento di una. Segue…

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    13. Gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”, traduce CEI. TNM preferisce: “Gli farò un aiuto, come suo complemento”; Con: “Gli farò un aiuto degno di lui”; NR: “Un aiuto che sia adatto a lui”. Pare che i traduttori siamo almeno d’accordo su una parola: “aiuto”. Vediamo la Bibbia, ora:
       
      ‎עֵזֶר כְּנֶגְדֹּו
      èser kenegdò
       
         Èser. La Bibbia s’interpreta con la Bibbia, per cui vediamo il senso che la parola ebraica èser (עֵזֶר) assume nella Scrittura. In Ger 47:4 ha indubbiamente il senso di aiuto; vi si parla di “ogni superstite che prestava aiuto” (TNM). In Ez 31:21 appare una nuova sfumatura quando vi si parla di “quelli che gli davano soccorso”. In Sl 10:14 èser si arricchisce di significato; di Dio vi si dice: “Tu sei il sostegno”. “Dio è il mio aiuto”, recita Sl 54:4. Così in Sl 30:10: “O Signore, sii tu il mio aiuto!”.
          La donna fu creata come “aiuto / soccorso /sostegno”. Oggi si dice che l’uomo deve sostenere la donna e aiutarla. All’origine dell’umanità era il contrario.
         Kenegdò. Si tratta di tre parole: כְּ (ke) sta per “come”; la ו (o) finale significa “lui”; la parola נֶגְדּ (nèghed) è quella che ci interessa.
         Nèghed. Letteralmente significa “di fronte a”. Questa parola è usata, ad esempio, riferita all’atteggiamento che i conquistatori ebrei di Gerico dovevano tenere mostrando la loro decisione nell’avanzare verso la vittoria: “Ciascuno diritto davanti a sé” (Gs 6:5). L’innamorato della bella sulammita le dice: “Allontana gli occhi da me, il tuo sguardo mi turba” (Cant 6:5, PdS); letteralmente: “Allontana i tuoi occhi d’innanzi a me”. Il senso( non quello arido e spoetizzante di TNM: “poiché essi stessi mi hanno allarmato)” (sic), ma quello di turbamento suscitato dal femminile sguardo della sulammita.
         Eva era per Adamo non un “complemento” (TNM) e neppure semplicemente “un aiuto che sia adatto a lui” (NR). La donna era “come una che gli sta di fronte” (כְּנֶגְדֹּו, kenegdò).
         Il fatto che Adamo avesse bisogno di un “aiuto” (èser, עֵזֶר) indica che di per sé l’uomo da solo non ce la faceva. La donna costituiva il “soccorso” (èser, עֵזֶר) e il “sostegno” (èser, עֵזֶר).
         Il fatto che la donna era “come una che gli sta di fronte” (כְּנֶגְדֹּו, kenegdò) non indica affatto la sua sottomissione all’uomo. Al contrario, indica la sua totale parità con l’uomo. Parità, ma con una marcia in più data da quell’ èser (עֵזֶר), “aiuto/soccorso/sostegno”. Questa condizione femminile di parità con l’uomo, stabilita da Dio all’inizio, sarà di nuovo quella ribadita da Paolo : “Non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”. – Gal 3:28.
         Perché da quella condizione iniziale di parità si giunse al maschilismo? Per il peccato. Per ciò che riguarda la donna, le conseguenze della caduta di Adamo ed Eva furono tre:
       
      1 “Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli;
      2 i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito
      3 ed egli dominerà su di te”.
      (Gn 3:16)
       
         Nei rapporti uomo-donna le due conseguenze sono: il desiderio di un uomo da parte della donna e il dominio dell’uomo sulla donna. Da quel giorno ad oggi, tutto il resto è storia. L’aspetto che rende ancora più triste il tutto è che non solo l’uomo è misogino, ma lo è la donna stessa, purtroppo. È infatti più facile che una donna disistimi le altre, piuttosto che ne stimi qualcuna.
         Abbiamo dunque due prospettive o visioni: quella umana, in cui l’uomo domina la società, che è maschilista. E quella divina, in cui la donna è il capolavoro di Dio.

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    14. Complimenti Adassa per questo studio approfondito
      Questi 3 post che hai fatto sono eccezionali ! Li posterò in 3 parti appena avrò tempo disponibile

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    15. Adassa ( questo è pure tuo giusto ?)3 febbraio 2024 alle ore 10:52

      Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” (Gn 1:27). Qui siano al primo racconto genesiaco della creazione dell’essere umano. Si noti come dopo aver detto “lo creò”, al singolare, il testo prosegue con “li creò maschio e femmina”. Gesù ricordò ciò in Mr 10:6: “Al principio della creazione Dio li creò maschio e femmina”.
      Nel secondo racconto genesiaco della creazione si legge: “Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente . . . Poi Dio il Signore disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui’ . . . Allora Dio il Signore fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Dio il Signore, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo. L’uomo disse: ‘Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo’”. – Gn 2:7,18,21-23.
      I vocaboli. “Dio creò l’uomo” (Gn 1:27): nel testo ebraico la parola “uomo” e אָדָם (adàm). Questo adàm fu formato “dalla polvere della terra” (Gn 2:7): in ebraico “terra” è אֲדָמָה (adamàh). Tanto per capire, la relazione è come tra “terra” e “terroso” in italiano. Nel testo biblico si usa הָאָדָם (hadàm), con l’articolo: “il terroso”. Quando però più avanti Adamo dice che la sua compagna appena creata da Dio “sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo’” (Gn 2:23), compare una nuova parola per “uomo”: אִישׁ (ysh). La dichiarazione di Adamo fornisce anche l’etimologia per il nome dato alla compagna, ovvero “donna”. In molte lingue occidentali, tra cui l’italiano, il collegamento non si coglie, perché si hanno nomi diversissimi tra loro: in italiano, uomo e donna; in inglese man e woman; in francese, homme e femme; in spagnolo hombre e mujer; in tedesco mann e frau. Nell’ebraico il collegamento è evidente perché si ha la stessa parola (al maschile e al femminile): il nome “donna” è אִשָּׁה (ishàh). Ysh e ishà: “uomo” e (se ci è consentita la licenza) “uoma”. Se vogliamo essere più precisi: uomo maschio e uomo femmina. La traduzione greca della LXX è precisa, essendo il greco una lingua molto ricca. Quando in Gn 1:27 si dice che Dio creò l’uomo (maschio e femmina), si usa la parola ἄνθρωπος (ànthropos), che indica l’essere umano, sia maschio che femmina; quando in Gn 2:23 si distingue l’uomo dalla donna, si usano le parole ἀνήρ (anèr) per “uomo” e γυνή (günè) per “donna”; da queste parole derivano le italiane antropologia (studio dell’essere umano), andrologia (studio dell’essere umano maschio) e ginecologia (studio dell’essere umano femmina). Segue

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  3. Io faccio fatica a capire cosa c'entra l'autorità o un presunto ordine delle cose con l'insegnamento o la direttiva da parte delle donne. Da tempo ormai nell'ordinamento scolastico l'autorità è gestita da dirigenti (uomini e donne), i quali sono gestiti dal
    Ministero dell'Istruzione, anch'esso composto con pari opportunità, idem per l'insegnamento. Eppure non mi pare che le donne siano meno brave a insegnare o a dirigere degli uomini, o che questo crei disordine. Leggendo questi articoli, Dio (?) ci starebbe dicendo che la donna è inferiore e vale meno dell'uomo. Ma siamo sicuri che sia proprio Lui a dirlo, o siano state piuttosto le caste sacerdotali nei secoli anzi nei millenni a inventarsi sta cosa per i loro porci comodi? Gli egiziani stavano messi già meglio, con divinità, Faraoni e sacerdotesse donne, da Hatshepsut a Cleopatra. Noi invece ci ritroviamo un Dio maschilista che cita a raffica nelle scritture un nutrito numero di perfetti sconosciuti maschi es: Maher-Shalal-Hash-Baz (per gli amici, Baz),
    ma non si ricorda di riportare nelle scritture i nomi delle madri dell'intera umanità cioè le mogli di Noè, Sem Cam e Jafet. Durante lo studio biblico mi avevano detto che se una automobile avesse due volanti (uomo e donna) andrebbe a sbattere, ma questo puerile e poco azzeccato esempio cozza contro l'esperienza del progresso, dove lo Space Shuttle è pilotato in simultanea da uomini e donne ed è ben più complicato di una auto. Non è che forse alle caste religiose maschili (Arabi in testa) ha fatto sempre comodo questa inferiorità femminile? E se Geova invece fosse donna come il nome suggerirebbe? Tipo la Gran Madre? Altrimenti si chiamerebbe Geovo.

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    1. Adrem capisco il tuo punto di vista e hai ragione su molti aspetti.

      D'altronde ricordiamo comunque che nelle Scritture sono menzionate centinaia di donne da Raab,a Sara, da Maria a Febe, Ester, Debora , Iael e molte molte altre tutte con ruoli fenomenali!

      Pensiamo a questo : La bibbia è stata scritta da soli uomini, allora qualcuno potrebbe pensare erroneamente : VISTO ? solo uomini quindi le donne non potrebbero nemmeno scrivere qualcosa di spirituale ( faccio presente che alla betel mondiale molti articoli sono scritti da donne )!

      Con lo stesso erroneo ragionamento si potrebbe dire : Tutti gli scrittori della Bibbia erano ebrei, nessuno era un pagano o di origini pagane. Quindi oggi solo gli ebrei possono insegnare la Bibbia o far parte degli unti ! Ragionamento errato.

      Quindi il fatto che sono usati certi tipi di persone dipende più dal contesto sociale del momento e non perchè Dio faccia distinzioni, oggi con il progresso avvenuto dopo la venuta di Cristo tutto è diverso.

      Oggi abbiamo capito molte cose che i patriarchi non avevano capito a causa del peccato, poi venne Gesù e liberò tutti anche le donne, dalla schiavitù o perlomeno diede luce sul modo di trattarsi tra esseri umani di diversi sessi e di diverse etnie.

      Quindi secondo il mio modesto parere non ci sarebbe nulla di male ad adattarsi al contesto odierno se non si violano palesi principi biblici.

      A volte si sono viste sorelle mettere un fazzoletto di carta sulla testa tenendo uno studio biblico con un fratello, questo perchè si era dimenticata di portare un copricapo da casa. Pensa che testimonianza alla persona di arretratezza morale si è data in quel caso. Non sarebbe stato meglio che la sorella conducesse lo studio senza nulla sopra i suoi lunghissimi capelli già segno di copricapo ? Il fratello con la sorella cosa ha pensato ? Ha capito il suo errore ? Si è comportato come Gesù e lo spirito santo ? O pensava ad una sola soluzione pensando tengo io lo studio sono un uomo !

      Gesù cosa avrebbe fatto ? Basti pensare a cosa ha fatto con la donna malata di perdite di sangue e considerata impura a quei tempi ! La accolse e non solo fu guarita immediatamente dallo spirito santo senza che Gesù diede l'ordine di guarirla, lo spirito santo agì guidato da Dio o in ubbidienza alle sue norme stabilite. Non è evidente che per Dio le cose vengono gestite in base alle circostanze ?

      Oggi la congregazione avrebbe disassociato quella sorella perchè ha disubbidito ad una legge o disposizione teocratica (chi aveva perdite di sangue era impuro e non doveva stare in mezzo alla folla) invece Gesù approvò la sua fede anzi la lodò!

      Oggi un sorvegliante avrebbe rimproverato Gesù e condannato lo spirito santo come ribelli e che creavano dubbi e facevano inciampare alcuni con questa mancanza di rispetto verso le regole e l'autorità. Crei un precedente !...:-)))

      Non è tutto così lineare, ci vuole molta saggezza e conoscenza del modo di operare di Dio

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    2. Lo dico a rammemoratore per tutti noi/voi e chi vuole o vorrà postare : Cerchiamo di essere propositivi, realisti, ragionevoli, se qualcun altro ha un idea diversa dalla nostra è giusto che la esprima e possiamo contestarla con tatto e senza insultarci a vicenda anche se non è facile perchè possiamo avere forti convinzioni.

      Altrimenti il lavoro per chi amministra sarà più difficoltoso. Tutto qui.

      Il Signore ci/vi protegga dai cavalieri della fede e dai volenterosi carnefici alla Doeg ! Viva il regno millenario di Dio.

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    3. @ammin.2 infatti se si usano termini non offensivi e si esprime un concetto palese non è corretto essere moderati. Sentirmi dare del bipolare va bene e dire che si è ignoranti e inesperti nel senso spiegato della non conoscenza è da moderare? Uhm

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    4. @Adrem
      scusami ma la tua ultima frase è un'affermazione semplicistica.

      Innanzi tutto "Geova" è la declinazione italiana del nome...
      Jahvè è l'originale, Jehovah in inglese.. come vedi non finiscono con A.
      E poi: Andrea? Luca? Mattia? Nicola? tutti nomi femminili quindi?
      E poi la bibbia (vecchia versione) dice che Geova è "una virile persona di guerra"... Gesù stesso poi lo chiama Padre.... quindi pochi spazi a dubbi.

      Per essere chiari: Geova non ha un sesso, è spirito, ma mostra molte caratteristiche virili.. anche se in altre parti della bibbia si paragona a controparti femminili per quanto riguarda certi sentimenti.
      Quindi la storia della "gran Madre" come dici non c'entra un tubo...

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    5. Il bipolarismo, caro Fineas, forse non lo sai, non è una parolaccia.
      E' un disturbo, che si manifesta (anche) nell'alternare pensieri e comportamenti contrastanti.
      Ed è quello che, leggendo con attenzione alcuni dei tuoi post, onestamente
      a me traspare.
      Detto ciò, la mia personale opinione è che tu non sia in grado di dialogare serenamente, poiché nella stragrande maggioranza delle frasi che rispondi a chi ha, con ragion veduta, opinioni divergenti dalle tue, sono contenute espressioni aggressive e parole offensive che riflettono una palese mancanza di modestia.
      Non rifaccio la lista di esse (già fatta in precedenza con minuzia di dettagli).
      Purtroppo devo nuovamente constatare che insisti in atteggiamenti altezzosi ed arroganti, dei quali non c'è necessità né spazio in un questo blog, e che io, francamente, con il massimo rispetto per gli amministratori, non ti lascerei passare.

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  4. @Adrem:
    La tua visione delle cose ......... mio malgrado direi.
    La visione umana delle differenze fra uomini e donne, la sofferenza per le stesse sta offuscando il senso della vita stessa. E di questo noi servitori di Geova non dovremmo esserne influenzati.
    Il fatto che dici che Geova doveva chiamarsi Geovo se fosse maschio evidenzia tutta la tua inesperienza (e ti faccio un complimento credimi perché non voglio offendere la tua sensibilità) anche se in questo caso sembra più ignoranza (nel senso di non conoscenza) sul significato del nome di Dio, dei nomi ebraici in genere.

    Il principio dell'autorità ha un senso pratico, ed è protetto per l'ordine delle cose. Che Geova ha stabilito in questo modo.
    Il primo creato fu l'uomo, è così.
    La donna è il suo complemento.
    Hanno delle caratteristiche fisiche e mentali ed emotive diverse.
    L'umanità odierna vuole fare passare questo per ingiustizia.
    Sovverte l'ordine delle cose.
    Con questo non diciamo che le donne non hanno capacità direttive o di insegnamento. Anzi. A volte sono meglio di tanti uomini.
    Infatti non tutti gli uomini hanno le capacità per essere insegnanti o anziani o dirigenti.
    Ma ciò non toglie che Geova ha stabilito in ordine di cose.
    L'esempio dei volanti puoi interpretarlo bene o male. Un'auto con 2 volanti va a sbattere, punto. Una famiglia è così.
    Ci vuole una guida e un supporto alla guida.
    L'uomo guida e la donna lo aiuta nell'indirizzare l'auto.

    Nella congregazione Geova ha stabilito l'uomo come autorità, e nella famiglia uguale.
    Le caratteristiche dell'uomo di norma sono pacificamente adatte a questo ruolo.

    Nel singolo caso la donna ha altre caratteristiche che la rendono adatta a dirigere la casa, la famiglia e altre cose.

    Anche se ora le donne sono emancipate ciò non toglie che di norma come gestisce la casa la donna non lo fa l'uomo.
    Come ciò non toglie che un uomo non può essere un bravo casalingo.

    Dai su forza ......

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    1. Cercherò di essere propositivo come suggeriscono gli Admin. Prima un dubbio,
      leggendo Fineas mi pare di capire tra le righe che i testimoni siano contro le pari opportunità, chiedo perchè sono anni ormai che non frequento più le persone delle congregazioni. E' una di quelle regole non scritte o è solo una visione di pochi? Dunque, mia moglie insegna a scuola, è laureata e sa molte cose in più di me su certi argomenti, e io allo stesso modo su altri. Questo non ci genera conflitti o prevaricazioni ma ci arricchisce, abbiamo costruito una casa insieme con le nostre competenze. Dell'autorità non sappiamo cosa farcene in quanto nostro figlio è grande e quando c'è un problema ci sediamo tutti a un tavolo e cerchiamo la soluzione. L'autorità serve quando esistono degli indisciplinati, ma noi non lo siamo. E' pacifico che avendo interessi diversi ogni tanto discutiamo ma poi ognuno fa di testa propria e dopo un tot si dimostra che avevo ragione io, altre volte torto. Vedo che l'esempio dell'auto con due volanti è ancora di moda, ma non è detto che vada per forza a sbattere, basta usarli a turno e non contemporaneamente. In quanto alla Gran Madre la mia non voleva essere una provocazione così come la battuta infelice su Geovo, perchè ho letto molto sulle religioni antiche e ho scoperto che prima della religione monoteista e maschile esistevano diverse società matriarcali, divinità fondate sull'aspetto procreativo ecc. Mi preoccupa invece molto la visione della donna testimone nelle attività casalinghe, che sarebbe predisposta per certi lavori, secondo me è solo una deriva culturale. Nelmio caso quando mia moglie lavora io in casa faccio da mangiare, lavo i piatti e i pavimenti e giuro che non sono diventato gay, continuano a piacermi le donne. Quando lavoro io è mia moglie a casa a fare i lavori. Non è complicato. Di sicuro, se questa è ancora la mentalità imperante nelle congregazioni, non mi invoglia a ritornare.

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    2. Adram, la tua visione parte dal presupposto che una donna è inferiore se è casalinga. Come per te è superiore un uomo se potrebbe la direttiva.
      Una visione più equilibrata consente di comprendere che avere dei ruoli o compiti non rende superiori o inferiori.

      Esempio. I netturbini (ora chiamati operatori ecologici, perché il termine tua denigratorio 🤔🤯) sono considerati un lavoro umile e inferiore da molti.
      È così? Meglio essere dirigente d'azienda dirai tu. Certo, ma il fatto che un netturbino sia un lavoro "inferiore" non lo teme inferiore anzi forse lo rende superiore come utilità nella collettività.

      È il tuo modo di vedere le cose che rende inferiore uno a scapito di altro.

      La donna è pacifico che sia naturalmente (genericamente) portata più dell'uomo a gestire bene la casa. Questo non significa che sia per tutti così come non possa esserlo per gli uomini.
      Anche io faccio le faccende di casa, cucino, passo l'aspirapolvere, pulisco i piatti, apparecchio la tavola, lavo il bagno ecc.
      Non sono una donna, sono anche bravo, ma riconosco che di norma le donne lo sono maggiormente.
      Rende questo inferiori? Se non ci fosse il netturbino ci sarebbe impossibilita a vivere e sai come verrebbe apprezzato?
      Idem nella famiglia.

      Il fatto che Dio abbia dato dei ruolo che sono complementari, non rende ne superiori ne inferiori. È come li si vive che fa la differenza

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    3. Magari fosse solo una mia visione Fineas, e non so tu in quale pianeta vivi, ma basta aver lavorato in una fabbrica per sapere che avere certi ruoli o certi compiti la fa eccome la differenza, sia come trattamento economico che come dignità o rospi da mandare giù. Le donne anche in questo ambito soffrono molto più degli uomini. Io posso anche convincermi di essere utilissimo
      facendo l'operatore ecologico, ma quando la sera torno a casa e puzzo da fare schifo tanto che l'odore non va via nemmeno con tre docce, magari per 800 euro al mese, oh come mi sento superiore a chi lavora in banca.... ma dai sii onesto.
      Le donne dici non sono inferiori, spiegami allora come mai si vedono scene dove una moglie "osa" in sala dire qualcosa, e il marito la zittisce perchè non è cosa sua. Ma no dici, è solo un mio modo di vedere le cose, lei in realtà è così contenta di essere assertiva, perchè l'importante è come la si vive la situazione, intanto dimmi, dove sono le donne su questo blog che sarebbero loro le prime interessate dall'articolo?
      Si faccia una domanda e si dia una risposta. Queste sono bazzeccole rispetto alle sofferenze che provano le donne nel mondo a partire dal problema delle spose bambine ancora oggi in diverse nazioni dove comandano dei fanatici religiosi depravati. Però se non si inizia a progredire un po' la vedo dura.

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    4. Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” (Gn 1:27). Qui siano al primo racconto genesiaco della creazione dell’essere umano. Si noti come dopo aver detto “lo creò”, al singolare, il testo prosegue con “li creò maschio e femmina”. Gesù ricordò ciò in Mr 10:6: “Al principio della creazione Dio li creò maschio e femmina”.
         Nel secondo racconto genesiaco della creazione si legge: “Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente . . . Poi Dio il Signore disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui’ . . . Allora Dio il Signore fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Dio il Signore, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo. L’uomo disse: ‘Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo’”. – Gn 2:7,18,21-23.
         I vocaboli. “Dio creò l’uomo” (Gn 1:27): nel testo ebraico la parola “uomo” e אָדָם (adàm). Questo adàm fu formato “dalla polvere della terra” (Gn 2:7): in ebraico “terra” è אֲדָמָה (adamàh). Tanto per capire, la relazione è come tra “terra” e “terroso” in italiano. Nel testo biblico si usa הָאָדָם (hadàm), con l’articolo: “il terroso”.  Quando però più avanti Adamo dice che la sua compagna appena creata da Dio “sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo’” (Gn 2:23), compare una nuova parola per “uomo”: אִישׁ (ysh). La dichiarazione di Adamo fornisce anche l’etimologia per il nome dato alla compagna, ovvero “donna”. In molte lingue occidentali, tra cui l’italiano, il collegamento non si coglie, perché si hanno nomi diversissimi tra loro: in italiano, uomo e donna; in inglese man e woman; in francese, homme e femme; in spagnolo hombre e mujer; in tedesco mann e frau. Nell’ebraico il collegamento è evidente perché si ha la stessa parola (al maschile e al femminile): il nome “donna” è אִשָּׁה (ishàh). Ysh e ishà: “uomo” e (se ci è consentita la licenza) “uoma”. Se vogliamo essere più precisi: uomo maschio e uomo femmina. La traduzione greca della LXX è precisa, essendo il greco una lingua molto ricca. Quando in Gn 1:27 si dice che Dio creò l’uomo (maschio e femmina), si usa la parola ἄνθρωπος (ànthropos), che indica l’essere umano, sia maschio che femmina; quando in Gn 2:23 si distingue l’uomo dalla donna, si usano le parole ἀνήρ (anèr) per “uomo” e γυνή (günè) per “donna”; da queste parole derivano le italiane antropologia (studio dell’essere umano), andrologia (studio dell’essere umano maschio) e ginecologia (studio dell’essere umano femmina). Segue

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  5. Quoto al 100% il post di Fineas, del resto ci sono evidenze storiche che c'erano diaconesse nelle chiese dei primi secoli. Negare questa possibilità significa mortificare le donne e privare la congregazione del valido contributo che potrebbero dare in tante situazioni. Forzare le scritture fino al punto di torcerle non è di nessun beneficio, anzi, quando si va oltre ciò che è scritto e non si vuole cambiare si finisce per contristare lo spirito di Dio. Chi lo decide per tutti ovviamente se ne assume la responsabilità (Matteo 7:21-23).

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