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04 ottobre 2025

Le domande dei candidati al battesimo e le Scritture

 Ciao a tutti i cari lettori. Dovendomi confrontare con una realtà che mi affligge, chiedevo vostro parere su il seguente argomento.

I candidati al battesimo dei testimoni di Geova in occasione di assemblee sono invitati ad alzarsi e a rispondere a voce alta alle seguenti due domande:


1. Ti sei pentito dei tuoi peccati, ti sei dedicato a Geova e hai accettato il modo in cui lui provvede la salvezza tramite Gesù Cristo?

2. Comprendi che con il battesimo dimostri pubblicamente che oggi diventi testimone di Geova e che entri a far parte dell’organizzazione di Geova?





La risposta affermativa a queste domande da parte dei candidati al 
battesimo costituisce una “dichiarazione pubblica” che hanno riposto fede nel riscatto e si sono dedicati completamente a Geova (Rom. 10:9, 10).Sebbene la prima domanda risponda pienamente alla ragione per cui un candidato si battezzi, fino a che punto la seconda domanda può essere legittimata dal punto di vista scritturale?Questa domanda sorge a seguito di questa riflessione: 

La prima domanda si fonda su basi bibliche molto solide: Pentimento

 (Atti 3:19) – “Pentitevi dunque e cambiate vita…”Dedicazione a Dio: 

(Romani 12:1)– “Presentate i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio…”

Fede nel riscatto di Cristo: (Giovanni 3:16; Romani 10:9,10) – “Se con la tua bocca riconoscerai che Gesù è Signore e nel tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.” Questa parte rispecchia pienamente il modello del battesimo cristiano nel I secolo, dove il candidato dichiarava pentimento, fede in Cristo e desiderio di servire Dio.

La seconda domanda è a mio avviso abbastanza discutibile.

Per analizzarla, la divido in due concetti:


a) “Diventare testimone di Geova” – fondamento implicito ma non esplicito perché i cristiani del I secolo erano chiamati “testimoni” in quanto proclamavano il nome di Dio e il messaggio riguardo a Cristo. (Atti 1:8) – “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino all’estremità della terra.”(Isaia 43:10-12) – “Voi siete i miei testimoni, dice Geova…”

Posso concludere che, sebbene il termine “Testimone di Geova” non sia mai stato usato come nome di un’organizzazione nel I secolo, l’idea di essere testimoni di Dio è coerente con la Bibbia.Tuttavia, nei tempi biblici non era una condizione per il battesimo accettare un’etichetta o un nome religioso specifico e qui subentra il punto discutibile e delicato:


b) “Entrare a far parte dell’organizzazione di Geova”

Questa espressione è quella più problematica dal punto di vista scritturale, perché: Nel Nuovo Testamento il battesimo rappresenta l’inizio di un rapporto personale con Dio e Cristo, non l’adesione formale a una struttura organizzativa umana.

(Galati 3:27) – “Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.” (Atti 2:41) – “Quelli che accolsero la sua parola furono battezzati; e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.” (aggiunte alla congregazione dei credenti, non a un’organizzazione registrata)

Gesù non disse mai che il battesimo avrebbe significato “entrare in un’organizzazione”, bensì diventare suo discepolo:(Matteo 28:19,20) – “Andate dunque e fate discepoli… battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo…”

In altre parole, l’adesione a un’organizzazione specifica non è mai stata una condizione battesimale nelle Scritture. Essa è una prassi sviluppata successivamente come parte della struttura amministrativa dei Testimoni di Geova, ma non è un requisito indicato da Gesù o dagli apostoli.


Ritorno quindi alla domanda iniziale:

Fino a che punto la seconda domanda può essere legittimata dal punto di vista scritturale?


Cordiali saluti.


FD




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3 commenti:

  1. Riflessione inviata dal modulo contatti

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    1. Il motivo del cambiamento sostanziale della seconda domanda del battesimo ( dall' ottobre 1985 in poi ), lo spiega bene Raymond Franz nel suo libro " alla ricerca della libertà cristiana"

      Franz scrive : "....Ciò garantisce che egli ( il candidato ) si è esplicitamente
      privato di ogni diritto "legale" di dire che non è soggetto al governo e ai tribunali ecclesiastici dell'Organizzazione. Almeno per il dipartimento legale dell'Organizzazione, ciò indubbiamente "semplifica" le cose. Considero una triste prova dell'interesse per l'autorità il fatto che un' Organizzazione possa utilizzare il sacro, personalissimo passo del battesimo come occasione
      per affermare la propria autorità sulla vita del battezzato" ( fine citazione)

      Nel libro lui spiega che in quegli anni molti non si presentavano ai comitati giudiziaria oppure si presentavano con l' avvocato, in quanto non ne riconoscevano l' autorità dell' organizzazione sulla loro vita. Di conseguenza la seconda domanda fu modificata, rendendo i candidati vincolati alle decisioni dell' organizzazione. Quindi nessun motivo scritturale, ma solo legale.

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    2. Quando mi sono battezzato io, a metà anni Ottanta, la seconda domanda era: "Comprendi che questo passo ti identifica come TDG, associato all'Organizzazione diretta dallo spirito Santo di Dio?" Poi la cambiarono una o forse due volte, secondo me per motivi legali
      Inattivo Consapevole

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