Cari fratelli occorre riesaminare il metodo di nomine nella congregazione cristiana per allinearci sempre meglio al pensiero Divino. Certi che riformando la gestione organizzativa della congregazione possiamo fare del bene e avere strumenti migliorativi riguardo all'opera che come ministri del Signore siamo tenuti a svolgere con amore.
Dal sito laparola.net
2Corinzi 8:16-23
16 Ringraziato sia Dio che ha messo in cuore a Tito lo stesso zelo per voi;
17 infatti Tito non solo ha accettato la nostra esortazione, ma mosso da zelo anche maggiore si è spontaneamente messo in cammino per venire da voi.
18 Insieme a lui abbiamo mandato il fratello il cui servizio nel vangelo è apprezzato in tutte le chiese;
19 non solo, ma EGLI E' anche stato SCELTO DALLE CHIESE come nostro compagno di viaggio in quest'opera di grazia, da noi amministrata per la gloria del Signore stesso e per dimostrare la prontezza dell'animo nostro.
20 Evitiamo così che qualcuno possa biasimarci per quest'abbondante colletta che noi amministriamo;
21 perché ci preoccupiamo di agire onestamente non solo davanti al Signore, ma anche di fronte agli uomini.
22 E con loro abbiamo mandato quel nostro fratello del quale spesso e in molte circostanze abbiamo sperimentato lo zelo; egli è ora più zelante che mai per la grande fiducia che ha in voi.
23 Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore in mezzo a voi;
quanto ai nostri fratelli, essi sono gli inviati delle chiese, e gloria di Cristo.
Dal sito laparola.net
2Corinzi 8:16-23
16 Ringraziato sia Dio che ha messo in cuore a Tito lo stesso zelo per voi;
17 infatti Tito non solo ha accettato la nostra esortazione, ma mosso da zelo anche maggiore si è spontaneamente messo in cammino per venire da voi.
18 Insieme a lui abbiamo mandato il fratello il cui servizio nel vangelo è apprezzato in tutte le chiese;
19 non solo, ma EGLI E' anche stato SCELTO DALLE CHIESE come nostro compagno di viaggio in quest'opera di grazia, da noi amministrata per la gloria del Signore stesso e per dimostrare la prontezza dell'animo nostro.
20 Evitiamo così che qualcuno possa biasimarci per quest'abbondante colletta che noi amministriamo;
21 perché ci preoccupiamo di agire onestamente non solo davanti al Signore, ma anche di fronte agli uomini.
22 E con loro abbiamo mandato quel nostro fratello del quale spesso e in molte circostanze abbiamo sperimentato lo zelo; egli è ora più zelante che mai per la grande fiducia che ha in voi.
23 Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore in mezzo a voi;
quanto ai nostri fratelli, essi sono gli inviati delle chiese, e gloria di Cristo.
Lezioni per noi e per come organizzare
la congregazione.
1 - Da questi versetti comprendiamo il modo di procedere abituale dell'apostolo Paolo nell'organizzare le nomine nelle congregazioni ed affidare incarichi di rilevante impatto per l'intera fratellanza mondiale.
Dal versetto 17 comprendiamo che Tito aveva libertà di movimento e poteva anche decidere in autonomia di recarsi in una congregazione seppur non richiesto da Paolo, si legge infatti che Titto si è spontaneamente messo in cammino per raggiungere una congregazione. Oggi i sorveglianti di circoscrizione dovrebbero avere la libertà di andare in una congregazione dove sorge necessità anche se non rientra nel giro programmato e forse rimanere qualche giorno in più.
2 - Dal versetto 19 si evince il modo di nominare fratelli in incarichi importanti. Parlando di Tito ed un altro fratello zelante si afferma che la loro nomina viene dettata dalle congregazioni e comunicata a Paolo mediante lettere (vedi 1 corinti 16:3). Oggi i fratelli in posti di responsabilità come sorvegliante assemblea, sorvegliante di circoscrizione, coordinatore del corpo anziani, sostituto sorvegliante, ed altri incarichi dovrebbero essere approvati dalle congregazioni con il voto e la scelta dei migliori candidati che rispecchiano i requisiti biblici e sono conosciuti come persone irriprovevoli ed oneste nel camminare con Geova.
3 - Il versetto 20 ci fornisce la motivazione essenziale per fare questa riforma delle nomine. Paolo dice che la scelta dei nominati deve ricadere sulle congregazioni affinchè si eviti il biasimo dell'accusa di agire in modo sconsiderato e peggio ancora disonestamente. Paolo voleva che le congregazioni e tutti i fratelli avessero la consapevolezza che gli apostoli agivano onestamente e non c'era modo migliore che farli partecipare nella nomina delle persone idonee. Solo così si poteva avere fiducia reciproca e partecipazione allegra e spontanea nelle cose del Signore.
4 - Al versetto 22 Paolo pone l'accento sulla fiducia che si deve instaurare tra nominati ed ekklesia. Senza la fiducia il Signore non viene lodato come meriterebbe e si crea uno stato di sospetto inutile e negativo tra i fratelli. Li le opere della carne potrebbero avere il sopravvento sulle opere dello spirito danneggiando la reputazione dei cristiani.
5 - Al verso 23 Paolo ribadisce che questi fratelli sono INVIATI dalle congregazioni e non sono stati scelti da lui o dagli apostoli. Come per dire state sereni conoscete chi avete incaricato di gestire questa importantissima questione e sono con me per portare a compimento questo incarico ! Ancora una volta l'accento viene messo sul fatto che l'intera comunità ha partecipato nella scelta dei loro rappresentanti o nominati.
Ci sarebbe ancora molto da aggiungere ma vi rimando ad ulteriore luce Scritturale in futuri post .
Un grande abbraccio nel Signore
il professore ignorante
_______________________________
Questo è il primo di una serie di post sulla questione nomine scritturali nella congregazione/ekklesia cristiana.
RispondiEliminaLasciamo parlare le Scritture sull'argomento e facciamo luce ulteriore e innovativa , sapendo che la bibbia ha sempre il miglior modo di procedere su ogni questione.
Dal post e dai versetti biblici sopra indicati, si evincono diversi aspetti di fenomenale impatto ed illuminanti, secondo me che sono ignorante.
RispondiEliminaI sorveglianti di circoscrizione o i pionieri speciali, potrebbero agire anche in modo autonomo in alcuni casi ove sorge necessità e senza richiedere approvazione dalla sede centrale, seppur informandoli e messi al corrente.
I nominati vengono scelti dai fratelli della congregazione, non solo dagli anziani o dai sorveglianti di circoscrizione/filiale, bensi da tutti i proclamatori.
Paolo da risalto all'onestà e alla fiducia nei rapporti organizzativi come elementi essenziali per un corretto funzionamento dell'opera. Non si menziona l'ubbidienza come requisito primario seppur anch'esso utile e necessario, evidentemente viene solo dopo aver soddisfatto i due requisiti menzionati da Paolo onestà e fiducia.
In ultimo, la partecipazione dei fratelli nella scelta dei suoi rappresentanti crea uno spirito di unione e fiducia visibile a tutti, che porta al successo dell'opera ed è in armonia con la volontà di Dio.
Mah, finché si tratta di anziani e servitori di ministero (a me piacerebbe di più parlare di "pastori" e "diaconi", giusto per mettere a fuoco quello che dovrebbero fare e spesso non fanno...), non c'è dubbio che il metodo "democratico" è quello scritturale, fu abbandonato da Rutherford ma molte delle decisioni di costui andrebbero riconsiderare (agì da vero impostore, a mio avviso). Che le congregazioni debbano scegliere o eleggere anche i CO.... no, non mi sembra che quel passo di 2 Corinti dimostri granché. La raccolta dei fondi (che erano cospicui) fu organizzata da Paolo che non voleva ci fosse nulla da ridire sul modo in cui era gestita la cosa. Per cui mette un uomo di sua fiducia e un fratello scelto dalle congregazioni contribuenti. Questo può essere una indicazione validissima per la gestione dell'organizzazione. Non più del solo CD, ma magari di una Conferenza Generale con fratelli nominati dalle ekklesie sparse nel mondo che prende le decisioni più importanti. Ma il CO no, quello deve avere la fiducia di chi coordina l'opera. Non credo che Tito fosse stato scelto dai fratelli cretesi, e il suo arrivo li era per mettere a posto alcune cose, inviato da Paolo.
RispondiEliminaSulla proposta che il CO sceglie in autonomia dive andare e quanto restare, mi lascia molto perplesso. La tentazione forte potrebbe essere quella di fare parzialità in favore Dell congregazioni più "ricche" dove si trovano meglio o ricevono più regali, trascurando magari quelle con pochi mezzi, con buona pace Dell lettera di Giacomo. Comportamenti corruttivi del genere ne abbiamo visti...
:-)
EliminaPurtroppo stiamo cadendo anche noi nell'analisi tecnica, burocratica, secolarizzata, dell'organizzazione. Mi piace il concetto espresso da qualcuno: lorgal'organizza elemento distinto dalla congregazione. La gestione aziendale della cosa, le direttive, le circolari. Sembra tutto ruoti attorno a regole ben precise che vogliamo riformare con altre regole. Però, cari fratelli, permette un pensiero: l'unica legge potente che pone uno stop a tutto questo, è quella dell'AMORE. Ti devi sempre esaminare e chiedere: perché sono anziano o servitore di ministero? Perché dovrei applicare la circolare, dare quel consiglio, usare quel tono? Perché voglio usare il mio tempo per gli altri? Perché desidero insegnare dal podio, e qual'e il mio obiettivo? Voglio edificare o avere il controllo? Perché vado in predicazione? Perché sono felice di ospitare altri a casa mia? Quali sono gli argomenti principali dei miei discorsi personali? Quando un conservo devo aiutarlo a riprendersi da una condotta errata, chiedo perché è arrivato a comportarsi così, o lo giudico prima di averlo ascoltato? Cerco di fare amicizia con tutti, oppure ho il mio gruppo speciale? Quante visite pastorali faccio al mio gruppo di servizio, e con quale scopo? Organizzo delle visite incoraggiati col mio coniuge? Invito i fratelli in predicazione, oppure uso il fine settimana per svolgere adunanze di gestione, visite pastorali, facendo solo presenza in comitiva? Conosco ed esamino profondamente e regolarmente il significato di Pastore?
RispondiEliminaCredo che dandosi risposta a queste domande e ad altre che permetteranno un esame personale, il resto delle regole dell'organizzazione, passano in secondo piano. Non dico che per organizzare 10 milioni di individui, non siano necessarie regole, ma tutto deve partire dai motivi, dal fare qualsiasi cosa con quelli giusti e con amore.
Credo che una analisi così, metterebbe a rischio i requisiti di molti nominati che attualmente svolgono il "lavoro" di coordinamento.
Enoc concordo con il tuo ragionamento. Penso che anche il metodo di organizzare la congregazione possa essere jn riflesso dell'amore di Geova. Un mezzo utile per facilitare buoni rapporti nella ekklesia.
EliminaEnoc,
Eliminaritengo la tua analisi essenziale e fondamentale per assolvere correttamente il ruolo di nominato, così come è inteso nelle Sacre Scritture.
Inutile dirti che la penso allo stesso modo (e l'ho più volte espresso).
Tuttavia, chi è in grado di farsi tali domande? Uno che è stato nominato in base ai suoi requisiti oppure uno che ha scalato la burocrazia jw per ragioni ed interessi umani e personali?
E' chiaro che se vai sul podio solo per ambizione, per potere e se la tua nomina è frutto di servilismo al clan, quelle domande non ti passeranno manco per la testa.
Al massimo saranno gli altri che ti vedono come cattivo esempio a farsele.
Le uniche domande che si farebbero sono: come posso mantenere la poltrona a tutti i costi?
Ed è quello che accade oggi...non nascondiamocelo.
Se non ripristiniamo le nomine in base al modello espresso nelle Scritture, guardando ai requisiti scritturali, tutto il resto crolla. Continueremo a vedere salire e scendere dal podio personaggi dei fumetti e carnevaleschi che sono messi lì per altre ragioni.
Inoltre occorre, a mio giudizio, un terremoto nella questione disassociazione ed espulsione: occorre che anche in quel frangente sia applicato il (vero) metodo scritturale e non quello WT che serve - lasciatemelo dire - principalmente e spesso per 'far fuori i nemici scomodi' e non per proteggere la Congregazione dalla apostasia o da condotte irriverenti.
Se non rendiamo i fratelli umili liberi di parlare ed esprimersi, seppure nei dovuti limiti del rispetto per i ruoli e delle Scritture, e li minacciamo con lo spauracchio dell'ostracismo, tapperemo sempre e comunque la bocca a chi ha fondati motivi per parlare e per urlare ciò che tutti vedono e che non va. E i consapevoli saranno sempre costretti ad esprimersi in anonimato e tra cerchie ristrette. Inoltre va fatto crollare il sistema piramidale delle auto referenze, dove il superiore legittima il suo diretto inferiore ed ha sempre l'ultima parola.
Altrimenti si rimbalza sempre e comunque contro il muro di gomma.
Ci sono nominati che definiamo "vaccari" contro i quali si è risalita spesso la filiera delle proteste al CO e persino in filiale.
Ma sono ancora lì. Perchè?
La scelta degli anziani va fatta dall'intera congregazione e non dai soli anziani con il C/O. Così comprendo da queste scritture citate.
RispondiEliminaGrazie
Nathan