Vorrei aggiungere una cosa.E' tanto che lo penso , ma non posso dirlo apertamente a nessuno (per le ovvie ragioni che tutti conosciamo).
Approfitterò , allora, di questo spazio libero per dirlo.
Non sopporto più il fatto che i membri del corpo direttivo, quando concludono le loro trasmissioni, lo facciano con una frase che ormai è diventata un autentico mantra: "Vi vogliamo davvero tanto bene!".
Innanzitutto, io vorrei che mi volessero bene , per quello che penso, per come mi comporto e per il bene che faccio agli altri, Geova e Gesù Cristo (non certo Jackson, Herd o Lett)
Ora, se l' appartenente al Corpo direttivo dicesse: “Noi vi vogliamo bene, ma ciò che conta e che vi vogliano bene il nostro Padre celeste e suo figlio Gesù Cristo”, lo potrei anche capirlo.
Ma limitarsi a dire, o a concludere: “NOI vi vogliamo bene" (una volta uno di loro mi ricordo che disse : “Geova vi vuole bene- frase buttata sbrigativamente lì- ma anche il Corpo direttivo vi vuole molto bene!), apre un mondo.
Fa comprendere chiaramente che, pur ribadendo, spesso (e anche a seconda delle convenienze) che non sono né infallibili né ispirati (salvo il fatto che qualsiasi cosa dicano o facciano non possa essere messa neppure lontanamente, e per quanto ragionevolmente, in discussione), ormai , in pratica, si assimilano a Dio !
Pare quasi che dicano (o, comunque, sussistono tutti i presupposti perchè la cosa possa essere interpretato così) che ciò che conta, alla fine, è che ci vogliano bene loro (cosa che, detta sapientemente a chiusura di una trasmissione di natura religiosa, assume un carattere altamente suggestivo ed evocativo).
Perchè (questo, perlomeno, pare il sottinteso) se ci vuole bene il Corpo direttivo (a cui dobbiamo dare pedissequamente retta) è come se, per la proprietà transitiva dell' uguaglianza, ci volesse bene Dio in persona!
Per inciso, mentre Geova e Gesù Cristo ci vogliono bene davvero ed INDIVIDUALMENTE (che, com' è ovvio, è ciò che conta di più), come fa uno del Corpo direttivo, che è (ancora) un uomo, a voler bene, singolarmente e personalmente, a me, a te, o a qualunque fratello ascolti quella frase, ?
Al massimo, in questo caso, può esprimere affezione o trasporto verso un' idea astratta o un concetto (la “fratellanza”) ma non può voler bene a me, considerato che non mi conosce e non sa neppure che esisto!
Ma il bene, per definizione, si esterna verso qualcosa o qualcuno che possa essere individuato specificamente, non certo nei confronti di un' idea (a cui si può tributare lealtà, ma non affetto)!
E allora, che lo dicono a fare, se non per fidelizzarci sia a loro (che, con questa frase ad effetto, sono convinto si assicurino un bel pò di" consensi") che alla struttura che presiedono?
Boh!
boh!mercoledì, 14 agosto, 2024
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