Nelle Sacre Scritture esistono provvedimenti giustamente presi a protezione della Congregazione,
ma essi non si identificano in quel guazzabuglio di versetti paravento, estrapolati dal contesto specifico a mo’ di “azzeca garbugli”, con i quali la WT giustifica questa pratica ostracizzante.
Peccati.Tutti uguali ?
Innanzi tutto le Scritture ispirate non mettono nello stesso novero - con lo stesso trattamento - chi ha fumato una sigaretta con chi compie reati di natura ben più grave e ripugnante (adulterio, truffa, pedofilia, apostasia grave, ecc.).
Nella lettera ai Corinti Paolo fa menzione di un fatto talmente evidente e sotto gli occhi di tutti la cui notizia era arrivata per certo sino a lui, distante dal luogo. Si trattava di una condotta PALESEMENTE adultera, a carico di un individuo, chiamato “fratello” che, per scelta personale non poteva e non doveva più esser chiamato né considerato tale. Quale comitato ad hoc si sarebbe reso necessario? Nessuno.
In tale caso la Congregazione, unanime, prende ufficialmente - e ci mancherebbe - le dovute distanze da un fatto grave e sotto gli occhi di tutti.
Diverso è il caso di un conservo la cui coscienza (evidentemente addestrata) lo obbliga a confessare uno o più manchevolezze, dovute all’imperfezione umana. In nessuna parte delle Sacre Scritture la Bibbia attribuisce ad altri uomini (parimenti peccatori agli occhi di Dio) la facoltà di vagliare e/o giudicare il suo cuore ed i motivi reali o meno del suo pentimento. Anzi, in diversi passi la Parola di Dio evidenzia la totale inadeguatezza, anche dei servitori più vecchi, saggi, esperti e devoti (vedi l’episodio di Samuele, il Profeta, che giudica ciò che gli appare ‘agli occhi’, invece…), nel giudicare il cuore di altri esseri umani.
Tale facoltà spetta esclusivamente a Dio ed a Suo Figlio, non agli uomini. E, nelle Scritture, i casi nei quali alcuni uomini imperfetti hanno provato a farlo, il loro giudizio è stato fallace e diametralmente opposto a quello di Dio o di Cristo. “Tutta la Scrittura è utile per insegnare….”.
Ci sono poi casi nei quali, dopo aver fatto passi concreti per ristabilire le cose, è necessario che si “parli alla Congregazione” per arrivare ad una fine.
Fatti intimi messi in piazza ?
Personalmente, non ritengo che la Bibbia ci esorti in questo modo a di mettere i fatti intimi e personali in piazza, alla mercé di tutti, poiché questo non farebbe altro che gettare benzina sul fuoco e generare molti altri problemi (pettegolezzo, gogna, ecc.) e, non ultimo, si contravverrebbe alle leggi di Cesare che, giustamente, tutela il diritto alla riservatezza.
Immaginiamo il caso dei peccati che coinvolgono la sfera intima e sessuale.
Resta il fatto che le scritture indicano tuttavia di coinvolgere la Congregazione per peccati di una certa gravità, non risolti.
Ma in nessuna parte indicano di formulare un collegio di tre persone, di solo sesso maschile, presi dal corpo degli anziani, magari locale.
Se ho dei nemici tra gli anziani del luogo, o se il mio problema sono proprio loro, con quale metro di misura essi mi giudicheranno? Dove è scritto che il mio caso non possa invece essere trattato (anche) col supporto di altri fratelli e/o sorelle scelti, di una certa esperienza e maturità (di vita e di congregazione)?
La Bibbia non dice che chi ha peccato non abbia facoltà di richiedere nel giudizio la presenza di altre persone.
Si renderebbe opportuno ad esempio, in taluni casi, la presenza dei genitori, o di altri individui.
La lettera di Paolo mostra inoltre che egli stesso, in qualità di Sorvegliante, osservando la situazione dall'esterno, ebbe forte peso nell’esortare la congregazione ad adottare un tale estremo provvedimento di espulsione. Ciò indica che anche fratelli, non appartenenti alla congregazione locale, tra cui sorveglianti, missionari o conservi con comprovata maturità è bene che siano coinvolti se necessario - meglio se da fuori - in casi di giudizio e che non sia consuetudine essere in pochi e sempre gli stessi a fare il bello e il cattivo tempo a livello locale.
Fine parte 1
Voice il 6 febbraio 2020 09:43
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Voice dammi tempo come anche gli altri che farò dei post con i vostri commenti. Intanto volevo sviscerare a braccio le parole del Maestro :
RispondiEliminaMatteo 18:15-20
15 Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16 se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17 Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. 18 In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
Giustamente fate notare che non andrebbe bene trattare un peccato di fronte all'intera assemblea o ekklesia/congregazione. Ho una buona idea ......spiegare alla congregazione che deve essere trattato un caso di grave peccato e la congregazione sceglierà 1 solo rappresentante tra di loro per giudicare il caso .Solo 1 non 3. Questi ascolterà i 3 testimoni di matteo 18 solo dopo aver fatto i tentativi di risollevare il peccatore. Il giudice nominato dalla congregazione darà il verdetto finale . Non saranno fatte registrazioni cartacee ma un semplice annuncio puo essere fatto come oggi all adunanza. O in alternativa in case private tramite visita del
Conduttore gruppo di servizio che saranno informati dal giudice pre scelto. Il fratello espulso non avrà nulla da recriminare perchè sarà trattato con rispetto e benignità non come oggi che viene ostracizzato e trattato male.Gesù disse di trattarlo come uno delle nazioni non aggiunse regole lacci e lacciuoli o imposizioni....nulla di più