Serie - Riflessioni inviate anche ai singoli membri del corpo direttivo.
W Febbraio 2022 - ARTICOLO DI STUDIO 6
Par. 9 "In quale situazione potremmo trovare difficile sostenere una decisione presa dagli anziani, e perché? A volte potremmo trovare difficile sostenere alcune decisioni prese dagli anziani. Per esempio, negli ultimi anni molte congregazioni e circoscrizioni sono state riorganizzate. In certi casi gli anziani hanno chiesto ad alcuni proclamatori di andare a servire in un’altra congregazione, con l’obiettivo di sfruttare al meglio la capienza delle Sale del Regno. Se ci venisse chiesto di trasferirci in un’altra congregazione, potrebbe non essere facile lasciare amici e familiari. In fin dei conti, agli anziani non viene detto in modo miracoloso dove assegnare ciascun proclamatore. E questo potrebbe rendere difficile seguire le istruzioni che riceviamo. Ma Geova si fida degli anziani e lascia loro il compito di prendere queste decisioni. Dobbiamo fidarci anche noi di loro".
Par. 10 "In base a Ebrei 13:17, perché dovremmo collaborare con gli anziani? Perché dovremmo collaborare con gli anziani e sostenere le decisioni che prendono, anche quando quelle decisioni non coincidono con le nostre preferenze? Perché in questo modo contribuiamo a mantenere unito il popolo di Dio (Efes. 4:2, 3). Quando tutti si sottomettono con umiltà alle decisioni prese dal corpo degli anziani, le congregazioni si rafforzano. (Leggi Ebrei 13:17.) Soprattutto, collaborando con gli uomini di cui Geova si serve per prendersi cura di noi, uomini che hanno la sua fiducia, dimostriamo a Geova di fidarci di lui (Atti 20:28)".
La decisione di trasferirsi spetta al capofamiglia.
Gli anziani non hanno nessuna autorità in merito e non sono tenuti a sapere i motivi di coloro che non si trasferiscono e tanto più a giudicarli. Oltre ai fattori riportati nella rivista, non è solo una questione che non potrebbe essere facile lasciare amici e familiari, ma potrebbe essere non saggio, non scritturale, magari per un certo periodo di tempo sino a quando certe circostanze non cambiano. (1 Timoteo 5:8).
Vi è da tenere in considerazione altri fattori, ad esempio la spiritualità della famiglia, la salute, i bisogni emotivi, l’aiuto che altri possono dare, l’aspetto economico ed altro ancora. Certi trasferimenti possono comportare diverse ore di viaggio tra andata e ritorno.
Un anziano che ha famiglia deve prendere in considerazione cosa realisticamente comporta le sue responsabilità e le necessità di tutti i componenti della famiglia; ad esempio è facile che si deve fermare dopo l’adunanza infrasettimanale della sera che può terminare alle ore 22, i suoi figli se frequentano ad esempio la scuola, l’indomani dovranno alzarsi presto e questo può voler dire perdere del riposo a discapito della salute, del rendimento scolastico ed altro ancora in quanto questa situazione e altre si protraggono nel corso del tempo.
Per non parlare della differenza di predicare dove si abita o in un territorio lontano da casa. Sono perciò decisioni che devono essere ben ponderate, e certe volte solo il tempo può rivelare se la decisione è stata saggia o se dopo un certo periodo di tempo è profittevole ritornare nella congregazione di origine o avvicinarsi alla propria abitazione.
Chi non ha valutato attentamente ciò ha avuto delle conseguenze tragiche. Chi meglio del capofamiglia (e non gli anziani) possono valutare la situazione spirituale ed altro della sua famiglia?
È una comunicazione di parte? Siete d’accordo che quando la comunicazione presenta equamente le due facce della medaglia, si aiuta tutti a considerare la situazione in modo ponderato, ragionevole?
Chiedetevi: “è una comunicazione volta a fare pressione affinché i fratelli ubbidiscano alle decisioni degli anziani anche in questioni personali?”.
Come influirà questa comunicazione sugli anziani quando dovranno prendere in considerazione questa situazione?
Ilresiliente19144 maggio 2024 alle ore 00:45
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