W Febbraio 2022 - ARTICOLO DI STUDIO 6
2° Parte
FIDIAMOCI DI GEOVA QUANDO RICEVIAMO ISTRUZIONI
Par.7
"Senz’altro siamo assolutamente convinti che Geova fa sempre ciò che è giusto. Quello che potrebbe riuscirci difficile invece è fidarci degli uomini che lui usa. Potremmo chiederci se nell’organizzazione di Geova chi ha un certo grado di autorità segue veramente le istruzioni di Geova o se invece agisce di propria iniziativa. Nei tempi biblici alcuni potrebbero aver pensato la stessa cosa. Ritorniamo agli esempi del paragrafo 3. Un parente dell’uomo che fu ucciso per aver infranto la legge sul sabato avrebbe potuto chiedersi se, prima che venisse emessa la condanna a morte, Mosè avesse davvero consultato Geova. E un amico di Uria l’ittita, la cui moglie aveva commesso adulterio con Davide, avrebbe potuto concludere che Davide avesse abusato della sua posizione di re per sfuggire alla punizione che meritava. La questione è semplice: non possiamo dire di fidarci di Geova se non ci fidiamo degli uomini che lui usa per guidarci, uomini di cui lui si fida".
Quando si comunica, perché è importante contestualizzare
e non essere categorici?
Lo spiego con un fatto di cronaca.Una famiglia viene aggredita nella propria abitazione da un malvivente, dopo averli immobilizzati; inizia a molestare sessualmente la moglie e la figlia con l’intento di stuprarle per poi ucciderli tutti. Il capofamiglia riesce a liberarsi, vi è una colluttazione, il malvivente ricevere una spinta, sbatte la testa su uno spigolo e muore. Immaginiamoci ora che stiamo dando testimonianza a questa famiglia con un fratello del Corpo Direttivo, e tra pianti e lacrime i tre componenti della famiglia ci raccontano la vicenda.
Dopo averli ascoltati, il fratello del Corpo Direttivo, rivolgendosi al capofamiglia dice: “la questione è semplice, tutti coloro che uccidono incombono nella disapprovazione di Geova e questo è il pensiero del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova”.
Non sarebbe una follia esprimersi in tal modo? Nei tribunali, i bravi giudici valutano attentamente diversi fattori prima di emettere un verdetto, ad esempio, le circostanze, cosa ha causato il malvivente e qual era il suo intento, i motivi di chi ha procurato la morte, il passato delle persone implicate.
Come ci sentiremmo se fossimo al posto di quel capofamiglia e il giudice non dovesse tenere conto di ciò, e si concentrasse solo sul fatto che il malvivente è morto a causa della nostra spinta?
Da ciò possiamo comprendere che non è ragionevole “fare di tutta l’erba un fascio”, ogni situazione va valutata a sé. È Geova il giudice della terra e non gli esseri umani imperfetti che hanno la tendenza a giudicare gli altri: questo vale anche per i fratelli del Corpo Direttivo. Geova ha dotato le sue creature con il libero arbitrio, concedendo di prendere le loro decisioni entro i principi biblici.
Quindi, coloro che hanno fiducia nella disposizione degli anziani e in coscienza non hanno più fiducia in alcuni di loro, possono mantenere una buona coscienza davanti a Dio.
Per non essere inflessibili dobbiamo avere un’opinione umile delle proprie capacità.
Omicida involontario - Numeri 35.
Geremia 11:20 “Ma Geova degli eserciti giudica con giustizia, ed esamina i pensieri più profondi e il cuore”.
w10 15/4 p. 15 “Chi sei tu da giudicare il domestico di un altro?” (Rom. 14:4) La domanda di Paolo ricordò loro l’importanza di accogliersi gli uni gli altri e di lasciare il giudizio nelle mani di Geova. Se siamo inclini a esprimere giudizi affrettati su decisioni prese dai nostri fratelli in questioni di coscienza, faremmo bene a porre a noi stessi la domanda che Paolo rivolse ai romani.
w99 15/6 p. 11 “Avete la tendenza a esprimere giudizi categorici su ciò che dicono o fanno considerandolo o giusto o sbagliato, o bianco o nero, come se non esistessero altri colori o sfumature?”
Svegliatevi del 22/5/1990, pp. 12-14 intitolato: “Cinque comuni errori di logica: Non cadeteci!”, “screditare la persona, far valere il peso dell’autorità, seguire la corrente, offrire una sola alternativa, approccio semplicistico”.
w01 15/12 p. 26 “Il fratello Pierce ha inoltre esortato la classe a non sostenere in modo dogmatico i punti di vista personali per non ostacolare la loro “facoltà di ragionare”.
Come mai non avete tenuto conto di ciò che dice la Bibbia e delle vostre precedenti comunicazioni?
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grazie per il vostro lavoro ,lo apprezzo molto ,vorrei esprimere il mio pensiero riguardo la frase :La questione è semplice: non possiamo dire di fidarci di Geova se non ci fidiamo degli uomini che lui usa per guidarci, uomini di cui lui si fida" come ho detto non condivido questo pensiero, immaginate un operaio che lavora per il suo datore di lavoro da abbastanza tempo da maturare una fiducia forte in questo datore di lavoro,questo non significa che si fida di tutte le persone che lui ha scelto per essere suoi dipendenti,notera' che alcuni ricambiano la fiducia ricevuta in modo onesto con gratitudine ,altri non faranno la stessa cosa.il datore di lavoro rimarra una persona di fiducia perche' non ne ha colpa di questa situzione,per quanto riguarda i suoi collaboratori la fiducia rimarra una questione individuale.
RispondiEliminala mia non vuole essere una critica tagliente ma una riflessione personale. GRAZIE per il vostro impegno in cio' che fate .
Quindi noi ci dovremmo fidare di gente che ha portato l organizzazione allo sfascio e allo sputtanamento mediatico in tutto il globo 🌍 per come ha gestito i casi di abusi sui minori!!!!!!ma come di fa a credere ancora a questi che scrivono queste xxxxxxx!!!!!!
RispondiEliminaAndrea